Non si sfugge al Karma


Non si sfugge al Karma
, nessuno può ed ecco che il dolore che subiamo o di cui siamo causa, torna inesorabilmente indietro prima o poi.

Sir Isaac Newton, nella sua illustrazione del terzo principio della dinamica, noto anche come legge di Newton diceva:

“ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria”.

Il mondo nel suo complesso, ed in particolare le azioni degli esseri umani, non sfuggono a questa logica.

Quello che la filosofia indiana definisce come Karma è un termine che possiamo tradurre in vari modi, i principali dei quali sono ” azione”, ” compito”, ” obbligo”.

Qualcosa che dà un significato a quello che facciamo, o anche che pensiamo, e che a sua volta produce degli effetti.

Secondo questo pensiero, infatti, ogni comportamento umano si trasforma in energia positiva o negativa, ritornando poi alla fonte di partenza come simbolo e manifestazione di equilibrio.

Perchè è innegabile che quando si commette qualcosa di negativo, quando si fa del male, non solo si prova una sorta di soddisfazione, ma si rimane insensibili al dolore altrui, alla sofferenza che la nostra azione ha provocato.

Questa mancanza di sensibilità, più ancora dell’azione in sè, provocano un disequilibrio, una perdita di positività che rimane all’inizio come sospesa, per poi inevitabilmente ritornare.

Le azioni negative hanno un peso superiore, ecco perché azioni , anche involontarie, o comportamenti superficiali, ma comunque negativi, necessitano di maggiori sforzi per essere bilanciati da qualcosa di positivo.

La tensione individuale a fare del bene, anche attraverso piccoli gesti, ad aiutare anche con poco e secondo la propria disponibilità è quello che, secondo le leggi del karma, produce positività, influenza positiva.

Allontanando e rimpicciolendo le inevitabili azioni negative nelle quali tutti noi siamo in qualche modo coinvolti.

Per riuscire a comprendere e ad agire secondo questo principio dobbiamo allontanarci dal concetto, molto utilitaristico, di premio e ricompensa.

Solo agendo spontaneamente, empaticamente verso il prossimo, e senza misurare in maniera matematica l’effetto del nostro agire, ognuno riesce ad equilibrare continuamente il proprio karma.

Una sorta di stato di grazia, di stile di vita, meno attento alle logiche competitive e materiali dei nostri giorni, e più attento alle gratificazioni interiori ed umane.



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