Amati per non invidiare
Quando distribuivano l’invidia, io ero in fila per la pizza.
Si sa che l’invidia è donna, lo sapevano anche i fratelli
Grimm. Le donne scivolano spesso in rapporti di sfrenata ed inutile competizione,
dove l’obiettivo è primeggiare ad ogni costo, usando anche armi non
convenzionali.
Non ho mai capito perché alcune donne arrivino ad invidiare,
scavalcare, umiliare, competere ed essere gelose di altre donne. Da un mero
punto di vista psicologico, l’invidia nasce da un senso di impotenza ed
inferiorità, che fa percepire uno stato di inadeguatezza rispetto alle altre.
La reazione di chi è invidiosa, consiste nel bisogno di
neutralizzare, ma talvolta direi anche polverizzare, l’altra che mostra di
essere felice.
Lo psicoanalista Adler afferma che il senso di inferiorità,
da origine a sforzi per raggiungere la sicurezza e l’appagamento psicologico
che non possono prescindere da un auto affermazione spesso piena di astio.
L’invidia è spesso nascosta, cova nel profondo e di norma
viene mostrata come falsa amicizia.
La consapevolezza di non possedere le qualità che si invidiano,
porta ad esplodere in sentimenti distruttivi, denigratori e persecutori.
Per vivere meglio è buona norma accettare i propri limiti ed
essere più dolci verso sé stesse, abbassando alcuni inutili pretese e
concentrandosi sul proprio potenziale.
Ama te stessa per non odiare le altre.
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