Una, nessuna, centomila


Quando lavoravo in ambasciata a Londra, in una delle tante cene di rappresentanza, finii al tavolo con un russo che parlava molto bene italiano. Durante la cena parlammo a lungo, in breve monopolizzò il mio tempo (no, non ci stava provando). Io ero assolutamente ignara di chi fosse e mi lasciai andare a diverse battute di spirito sull’Italia, sulla Russia e su quanto fosse pessimo il cibo ed il tempo in Inghilterra.

Qualche giorno dopo, scoprii con mio immenso stupore, chi fosse quella persona.
Ricevetti infatti, in ufficio, alla mia attenzione, un cofanetto con all’interno una graziosissima Matrioska in legno rossa, gialla e blu ed un bigliettino.

La Matrioska è la bambola tradizionale russa, la più grande si chiama madre, mentre il pezzo più piccolo si chiama seme.
Matrioska è una parola russa utilizzata come diminutivo del nome Matrena, letteralmente matrona, come capo famiglia femminile in quella che era una società a stampo matriarcale. La Matrioska è composta di base da una madre, una ragazza, un ragazzo, una bambina, un bambino fino all'ultima figura, quella di un neonato in fasce.

Il significato simbolico della Matrioska è quello che in ogni donna sono contenute tante donne diverse.

Nella cultura russa è identificata come simbolo di fertilità, amore e maternità, è come una madre che dà alla luce una o più figli. Per i russi avere una Matrioska in casa è simbolo di buon augurio per una famiglia felice. Regalarne una è per loro un grande segno di affetto ed un augurio di una vita lunga e felice per la persona che la riceve e la sua famiglia.

Ah dimenticavo, la persona con cui avevo riso e scherzato tutta la sera e che nel biglietto mi aveva detto di non cambiare mai, era l’ambasciatore russo a Londra.


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