L’origine pagana del Carnevale
Le origini del carnevale vanno ricercate molto indietro nel tempo.
Secondo alcuni studiosi, la tradizione di rituali agresti risale circa al 10.000 a.C. dove uomini e donne usavano dipingersi il viso e il corpo, lasciandosi trasportare dalla danza e dai festeggiamenti.
Le prime manifestazioni del carnevale nel mondo risalgono a 4000 anni fa. Gli Egizi furono i primi ad ufficializzare una tradizione carnevalesca, con feste, riti e pubbliche manifestazioni in onore della dea Iside, che presiedeva alla fertilità dei campi e simboleggiava il perpetuo rinnovarsi della vita.
Anche nell’antica Grecia, il carnevale coincideva con le Antesterie, delle feste che duravano tre giorni e anticipavano la stagione primaverile, la loro celebrazione era in onore di Dioniso “morto e risorto”
L'uso della maschera che ride era legato alla credenza che la risata, anche se non reale, allontanasse gli spiriti maligni e che con il volto coperto l'uomo, non più legato alla propria umanità, potesse lasciarsi andare ad atti e comportamenti solitamente inusuali o mal tollerati.
La conclusione del carnevale, fino a qualche decennio fa, e ancora oggi in molte zone d'Italia, era racchiusa nel rogo del simulacro del carnevale stesso, usanza risalente ai riti propiziatori di origine contadina, ben augurali per la fecondità della terra, dove il rogo era il passaggio dalla morte alla vita; le ceneri ottenute per mezzo del rogo erano poi seppellite, come concime per la terra.
La Chiesa ha trasferito tutto ciò nel simbolo del Mercoledì delle Ceneri dove la cenere dell'ulivo pasquale dell'anno precedente, accompagna nel percorso di rinnovamento e di rinascita della Quaresima.
Nelle varie manifestazioni carnevalesche è possibile individuare un denominatore comune: la propiziazione e il rinnovamento della fecondità, in particolare della terra, attraverso l'esorcismo della morte.
Il Carnevale rappresenta ciò che resta di antichi riti propiziatori primaverili, in cui si fondono e sono riconoscibili elementi legati al solstizio di primavera (Ostara) e alla Festa di Maggio (Beltane).
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