Il finto femminismo, il pinkwashing

Con il termine pinkwashing, parola che non mi piace affatto, si intende un atteggiamento apparentemente solidale da parte delle aziende nei confronti delle donne e della loro emancipazione.

È una tecnica che i brand utilizzano per attirare l’attenzione su di sé e guadagnare la benevolenza del pubblico femminile e non, mostrandosi attenti alla situazione femminile.

Con questa strategia a dir poco meschina, le cause tipiche del femminismo vengono fatte proprie da aziende che le svuotano del loro significato mercificandole, non facendo in realtà altro che confermare stereotipi di genere e maschilismo che, solo all’apparenza, affermano di voler combattere.

Le aziende passano messaggi distorti circa il ruolo della donna nella società. La donna non è Madre, non è Regina della casa, non è colei che sceglie i detersivi, colei che stira per tutta la famiglia, cha ad una certa ora si ritira in cucina per cucinare per tutti, ne quella che per “dovere” fa andare avanti il marito rinunciando alla propria emancipazione.
La donna non è serva della casa, dei figli e non passa da un padre padrone ad un marito padrone.

E non sarà certo la tanto elogiata “indipendenza economica” a liberarci da tutto questo, così come una finta carriera, regalata grazie al pinkwashing o alle odiose quote rosa. Questo inganno, che rende schiave perfino del datore di lavoro, che impone cosa dire, cosa pensare, come vestirsi e come apparire, viene consumato da poche “elette” sulle spalle di tutte quelle donne che per via della crescente crisi economica sono ripiombate socialmente negli anni 40/50.

Ci sono stati anni di lotte e donne che sono morte per liberarsi da questo maledetto stereotipo di genere, che le voleva mogli del proprio aguzzino grazie al “matrimonio riparatore”, madri a tutti i costi, perché ancora oggi si lotta per la libera scelta alla maternità.

Solo oggi possiamo decidere chi amare senza vergognarci di nulla, anche se molte volte soprattutto tra donne, per lo più perbeniste e bigotte, non si aspetta altro per puntare il dito e giudicare.


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