I Re Magi e la Torre dell'orologio a San Marco.


Oggi sarà un giorno speciale: a Venezia infatti si possono ammirare le statue dei Re Magi uscire dall'orologio di piazza San Marco, a mezzogiorno. 

Due sono gli appuntamenti per vederli: il giorno dell'epifania e il giorno dell'ascensione . 

Preceduti da un angelo, passano davanti la Madonna con il bambino , rientrando poi nella torre e rimanendo li un altro anno. 

Non si tratta degli originali del  1499 ma di una copia del XVIII secolo, copie dello scultore  Giobatta Alviero, del 1755.

Nel 1499 quando venne realizzata la Torre dell’Orologio i tre Re Magi e l’Angelo con la tromba erano stati concepiti per uscire ad ogni ora dalla loggia del secondo piano e sfilare in processione davanti alla statua della Madonna con il bambino. 

La delicata complessità del meccanismo e l’usura cui le sue parti erano sottoposte fecero sì che presto la processione dei Magi fosse smessa o ridotta nella frequenza. 

Creata la nuova macchina e rifatto il congegno della processione dal Ferracina (1758-59) i Magi furono rimessi in funzione con lo stesso meccanismo che ancor oggi li fa muovere.


Ma chi erano i Magi?

Il Vangelo di Matteo è l’unico testo sacro che annovera l’episodio dei Re Magi: per conoscere i loro nomi dobbiamo ricorrere a uno dei vangeli apocrifi, quello dell’Infanzia Armeno, che ci dice: “I re magi erano tre fratelli: il primo Melkon, regnava sui persiani, il secondo, Balthasar, regnava sugli indiani, e il terzo, Gaspar, possedeva il paese degli arabi.

Essendosi uniti insieme per ordine di Dio, arrivarono nel momento in cui la vergine diveniva madre”. 

E nel Vangelo Arabo dell’Infanzia, sempre apocrifo, si legge: “Dei Magi vennero a Gerusalemme, come aveva predetto Zaratustra, portando con sé dei doni”. 

Tra l’altro, i loro nomi non sono casuali: Melchiorre sarebbe il più anziano e il suo nome stesso deriverebbe da Melech, che significa Re; Baldassarre deriverebbe da Balthazar, mitico re babilonese, quasi a suggerire la sua regione di provenienza; Gaspare, per i greci Galgalath, significa signore di Saba.

In merito a questi  personaggi, abbiamo  anche una testimonianza di un veneziano d’eccezione. 

Infatti il navigatore Marco Polo narrava:

“In Persia è la città ch’è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre Re ch’andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son seppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co’ capegli: l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano tre re seppelliti anticamente”.

Secondo un’antica tradizione i Magi tornarono a Gerusalemme dopo la crocifissione di Cristo e vi morirono martiri. I loro corpi sarebbero poi stati trasferiti da sant’Elena, madre di Costantino, a Costantinopoli, in Santa Sofia. Eustorgio, recatosi a Costantinopoli prima di insediarsi vescovo a Milano, avrebbe poi avuto in dono le reliquie dall’imperatore Costante.

Nel XII secolo, dopo la guerra condotta da Federico Barbarossa contro il comune di Milano, il cancelliere imperiale Rainaldo di Dassel, che era pure l’ arcivescovo di Colonia, decise di sottrarre alla città lombarda il suo tesoro più prezioso: i corpi santi dei tre Magi. Erano conservati in un sarcofago nella basilica di Sant’ Eustorgio e l’arcivescovo li fece trasferire nella sua cattedrale, dove si trovano ancora oggi. I milanesi non si rassegnarono alla perdita dei Magi e lungo i secoli tentarono a più riprese di chiederne la restituzione. Furono accontentati solo nel 1903 con delle reliquie che ora si trovano accanto alla presunta tomba.




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