San Martino e la tradizione Veneziana
Tra le tante feste tradizionali veneziane, una delle più popolari e ancora molto amata è quella di San Martino (Samartìn), che si festeggia l’11 di novembre, con castagne arrostite, vino nuovo e dolci di pasta frolla, mentre gruppi di ragazzini battono pentole e coperchi e fanno la questua.
I bambini girano per le calli e i campi, si fermano sotto le
finestre e, battendo forte pentole e coperchi, cantano:
San Martin n’à manda
qua perché ne fé la carità
anca lu, co’ ’l ghe
n’aveva carità ghe ne faceva.
Se dalle finestre piovono dolci e regali, i bambini
continuano così:
E co questo la
ringraziemo del bon animo e del bon core
un altro ano
ritorneremo se ghe piase al bon Signore.
Se invece le porte e le finestre rimangono chiuse:
Tanti ciodi gh’é in
sta porta, tanti diavoli che ve porta.
Tanti ciodi gh’é in
sto muro, tanti bruschi che ve vegna sul culo.
(cfr. C. Musatti, Motti storici veneziani, in Rivista delle Tradizioni popolari italiane diretta da A. De Gubernatis, Anno 1, 1 Gennaio 1894, Fascicolo II (Ristampa anastatica Volume 1 – Bologna 1968), pp. 150-151)
La festa di San Martino è una festa molto antica, legata al culto del santo cui fu dedicato un oratorio, sulle rive dell’attuale rio dell’Arsenal, intorno all’VIII secolo. La prima notizia della chiesa risale invece al 932.
In origine, durante la festa di San Martino, il popolo si ritrovava per mangiare i prodotti di stagione: castagne e vino nuovo. Solo successivamente, forse anche ispirandosi alla festa americana di Halloween, è diventata una festa dei bambini. Le castagne vengono ancora arrostite, ma il simbolo della festa di San Martino è ormai il dolce di pasta frolla, che raffigura il Santo a cavallo mentre sta per dividere il mantello.
San Martino e l’episodio del mantello
Nel rigido inverno del 335, Martino si trovava nella Gallia
settentrionale. Durante una ronda notturna incontrò un povero quasi
completamente nudo. Non avendo del denaro, Martino tagliò in due con la spada
il suo mantello e lo porse al povero, perché potesse proteggersi dal freddo.
Durante la notte, Martino vide Gesù che indossava la meta del suo mantello,
mentre diceva agli angeli: «Martino, anche se ancora solo un catecumeno, mi ha
donato questo mantello». Martino, dopo quella visione, decise che avrebbe
dovuto farsi battezzare, diventando cristiano. Martino fu battezzato la notte
di Pasqua del 338 circa.
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