Cos’è (e cosa non è!) la meditazione
Se sfogli il vocabolario, alla voce meditare troverai la seguente definizione:
Fermare a lungo e con intensa concentrazione spirituale la mente sopra un oggetto del pensiero, considerare profondamente un problema, un argomento allo scopo di intenderne l’essenza, indagarne la natura e trarne sviluppi, conseguenze ecc.
Ai più inesperti queste poche righe sembrano esprimere un concetto incredibilmente complicato (e in effetti il lato pratico della meditazione è un completo mistero per chi non l’ha mai sperimentata), ma sono un ottimo punto di partenza per capire la profondità del processo meditativo e i motivi per cui vale la pena anche solo tentare di apprenderlo. Meditare significa soprattutto diventare, evolversi, trasformarsi, evitare la stasi emotiva e il ristagnare dei nostri pensieri. E per farlo dobbiamo focalizzare tutta la nostra attenzione sull’attimo presente, senza distrazioni.
La meditazione è proprio questo: concentrarci sul qui e ora, senza ansie, preoccupazioni e pensieri superflui. Meditare significa godersi l’attimo presente e disciplinare la mente a staccarsi dal suo “autopilota” per contemplare ciò che ci circonda e avvertire tutte le sensazioni che attraversano il nostro corpo nel presente.
In molti hanno un’idea distorta della meditazione e proprio per questo ci tengo a chiarire cosa non è la meditazione prima di iniziare, per sfatare i miti più comuni e le aspettative errate:
La meditazione non è una pratica religiosa: sebbene venga impiegata da millenni in diversi rituali religiosi e sia affine alla preghiera sotto molti aspetti, la meditazione nasce molto prima delle religioni, e la pratica meditativa in sé non è collegata in alcun modo ai rituali sacri. L’unico punto in comune è la riscoperta della propria spiritualità, anche se totalmente avulso dall’aspetto religioso.
La meditazione non è un metodo per indurci visioni mistiche o donarci superpoteri: per quanto siano affascinanti le storie dei maestri che sono riusciti ad arrivare all’illuminazione (prima fra tutte quella del Buddha, che raggiunse il Nirvana) si tratta di effetti raggiungibili solo dopo moltissima pratica e comunque non garantiti. La meditazione non va assolutamente affrontata aspettandosi di restare ipnotizzati o essere in grado di levitare nell’aria, perché questo non farebbe altro che spazientirci e deviarci dal vero scopo, rendendo vani i nostri tentativi di meditare.
La meditazione non è una pratica occasionale: per essere in grado di vederne i primi risultati è molto importante essere costanti e meditare ogni giorno anche solo per pochi minuti, senza mai saltare la meditazione quotidiana. Pazienza e costanza dovranno sempre accompagnarti, e ti garantisco che i risultati arriveranno premiando la tua attesa.
Fonte: meditazionezen.it
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