Perchè copiare equivale a rubare?

 

Sui social ormai è sempre più dilagante la malsana abitudine di copiare il lavoro altrui.

Può capitare che qualcuno “prenda spunto” in modo un po’ troppo evidente dal nostro lavoro, dal nostro modo di comunicare, da quello che facciamo. Un conto è ispirarsi un’altra cosa è copiare. Ci sono situazioni specifiche che ci danneggiano in modo grave in cui è necessario rivolgersi ad un legale, ma ci sono anche tante altre situazioni “minori” in cui possiamo anche decidere di non fare nulla, anche se il senso di frustrazione non è diverso.

Cosa dice la legge?

Ogni social network ha dei regolamenti diversi in relazione alla tutela del diritto d’autore, ma tutti sono piuttosto attenti nel fornire alla propria utenza delle specifiche linee guida su questo tema, avvertendo chi utilizza impropriamente dei contenuti altrui sui rischi che si corrono nel violare il diritto d’autore. Nella generalità dei casi, il social network non potrà che rimandare alla normativa vigente, rappresentata principalmente dalla l. 633/1941 sulla protezione del diritto d’autore, e successive modifiche.

La Legge n. 633/1941 tutela gli autori delle opere d’ingegno, sancendo il diritto a vedersi riconosciuta l’opera frutto del proprio intelletto ed a rivendicarne la paternità (art. 2577 c.c.).

Inoltre è previsto che quando si decide di pubblicare un contenuto che non è di nostra creazione e/o proprietà, è fondamentale domandare espressa autorizzazione al suo titolare.

Per autorizzazione/esplicito consenso non si intende un contratto firmato, ma anche solo un messaggio tipo: “Certo, prendi pure la mia foto!”

Il fatto che l’opera non sia stata registrata alla Siae non toglie che l’autore ne sia comunque il detentore dei relativi diritti.

Inoltre il tacito accordo, per come è inteso dalla maggior parte degli utenti, prevede che l’autore sia menzionato (e infatti nel caso delle foto, quasi tutte le app di repost hanno una sezione per inserire il nome di chi ha fatto l’immagine o scattato la foto). La stessa cosa vale per i testi, in caso di causa per foto o testo senza menzione, il giudice avrebbe più difficoltà ad assolvere chi ha condiviso, perché la giurisprudenza tutela chiaramente il diritto d’autore.

Come comportarsi se si viene copiati?

Se ci capita di scoprire di essere stati copiati, per prima cosa, ammettiamo di sentirci derubati: è normale che sia così, chi non lo ammette finge solo di essere superiore alla cosa. Però non dobbiamo permettere che queste emozioni condizionino il nostro lavoro.

In primis, bisogna dividere nettamente in due parti l’approccio:

  1. cerchiamo di gestire le nostre emozioni;
  2. ragioniamo in modo strategico su come sviluppare la nostra attività in modo da evitare ulteriori scopiazzature.

Gestire le emozioni.

Bisogna sempre riflettere su alcuni aspetti:

  • copiare è come rubare e chi ruba lo fa perché sente la mancanza di qualcosa o perché è incapace di produrre autonomamente. In questo senso, il “colpevole” è da compatire e non merita né la nostra rabbia né il nostro tempo;
  • chi copia è solitamente una persona disorientata, senza un centro personale e senza un progetto di business meditato che, a lungo termine, difficilmente sarà un concorrente temibile per la tua attività;
  • se ti copiano vuol dire che stai facendo qualcosa di interessante, ben fatto, originale, insomma sei (o hai le potenzialità per diventare) un leader nel tuo settore: solo i migliori vengono copiati…;
  • chi copia può copiare solo quello che vede, non può certo copiare quello che c’è dietro, la strategia, chi sei, le tue abilità ed il processo creativo che ti hanno portato a produrre quello che è poi stato copiato.

Costruire strategicamente la tua attività

Quando hai elaborato le emozioni iniziali, puoi iniziare a ragionare a mente fredda su cosa fare per evitare di essere copiato in futuro o evitare i potenziali danni che questo comporta. Ecco alcune riflessioni in merito:

  • punta sulle tue specificità: quali sono i tuoi talenti, qual è il tuo modo unico e speciale di fare le cose? Qual è la tua storia, qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso il tuo lavoro? Basando la tua attività su tutto questo diventerà estremamente difficile, se non impossibile, copiarti.
  • Comunica quanto emerso dal punto precedente in modo pubblico: sui tuoi canali social. Tutto questo ti rende più professionale, crea più fiducia nel tuo pubblico, ti permette di comunicare al meglio il tuo valore e le tue competenze e, nel frattempo, rende evidente quello che è “tuo”: se qualcuno ti copia questo sarà evidente a tutti.
  • La bravura spesso è più nel sapersi promuovere che nel saper fare il proprio lavoro (sul breve termine). Questo dovrebbe già differenziarti da chi ti copia, ma, qualora ti sentissi incerto riguardo alle tue competenze di promozione, cogli l’occasione per analizzare i tuoi strumenti e affinarli.
  • Infine, continua a lavorare in modo focalizzato alla tua attività: ragiona sulla strategia, migliora costantemente la tua comunicazione, crea nuove idee o servizi, sperimenta e cerca di innovarti: chi copia resterà sempre indietro!

In conclusione, essere copiati è sempre spiacevole e ci colpisce a livello emotivo, tuttavia approcciando la tua attività in modo strategico, ridurrai notevolmente il rischio di ritrovarti in questa situazione.



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