Le più belle leggende su Super Mario, superstar dei videogame
Il videogioco Super Mario Bros compie oggi 35 anni, è stato infatti pubblicato da Nintendo per la Nes (Nintendo Entertainment System) il 13 settembre del 1985. Ma 35 anni fa nessuno immaginava che sarebbe diventato uno dei giochi per console più amati e uno dei titoli che risollevarono l’industria dopo la famosa crisi del 1983.
Il successo iniziale si è consolidato nei decenni. I videogiochi figli di Super Mario sono decine, e quasi ogni anno esce un titolo nuovo. Il personaggio è un’icona conosciuta anche fuori dai videogiochi grazie ai prodotti del suo franchise. Certo, dopo 35 anni manca ancora un film degno di questo nome, visto il clamoroso flop al botteghino di Super Mario Bros. (1993), ma un reboot di animazione è attualmente previsto per 2022. L’impero di Mario per ora non conosce molti rivali.
Girano anche alcune leggende e dicerie legate a Super Mario, e non deve stupire: anche i videogiochi possono vantare un ricchissimo folklore. Quelle sul videogioco più conosciuto al mondo non potevano mancare.
Il cognome di Mario
Chi ha avuto la sfortuna di vedere il film del 1993 sa bene che i due fratelli idraulici si chiamano Mario Mario e Luigi Mario. Questa è anche la versione attuale della Nintendo e del creatore Shigeru Miyamoto, ma non è sempre stato così. Inizialmente il cognome di Mario era semplicemente una teoria dei fan, e nemmeno troppo strampalata. Se i personaggi si chiamavano Mario Bros., cioè fratelli Mario, allora si poteva dedurre che Mario fosse anche il cognome.
Inizialmente però la Nintendo non confermò questa versione. Ufficialmente Mario e Luigi non avevano un cognome. Ancora nel 2012 Miyamoto spiegava che era tutta colpa del film (in realtà la teoria esisteva già) ma che come Mickey Mouse non ha un cognome, nemmeno lo avevano Luigi e Mario. La cosa strana è che, in occasione del trentesimo anniversario della saga, Miyamoto ha fatto dietrofront. Salendo sul palco del Super Mario 30 Festival a Shibuya, Tokyo, ha detto che Mario Mario è il suo vero nome. Forse perché a volte è meglio arrendersi ai fan, che combatterli.
Ma anche sul nome proprio c’è stato un piccolo mistero. Le leggenda vuole che il personaggio, in origine chiamato Jumpman o con altri nomi provvisori, sia diventato Mario in onore di Mario Segale. Nel libro Game Over: How Nintendo Zapped An American Industry, Captured Your Dollars, and Enslaved Your Children (1993) David Sheff scrive che Segale nei primi anni ’80 aveva affittato alla Nintendo un magazzino a Washington che era divenuto il quartier generale della Nintendo negli Stati Uniti.
Gli affari non decollavano, ma Segale un giorno si presentò pretendendo l’affitto arretrato. Dopo quell’incontro la Nintendo ottenne altro tempo, ma lo staff notò una vaga somiglianza con Jumpman, a quel tempo un personaggio di Donkey Kong. Cominciarono a chiamarlo Mario e il resto è storia. Difficile da confermare, però. Per gli scettici il tutto sembra un po’ troppo romantico per essere vero. Segale (morto nel 2018) è sempre fuggito dai riflettori e la Nintendo non si sbottonava. Anche in questo caso alla fine è stato Miyamoto a confermare cinque anni fa che sì, Mario Mario si deve a Mario Segale.
L is Real 2401
Un altro mistero è (stato) l’assenza di Luigi dal videogioco Super Mario 64. Uscito nel 1996 con la nuova console Nintento 64, è stato un grandissimo successo: per la prima volta Mario e i livelli erano in 3D. E Luigi? Dove era finita la spalla dell’eroe? L’assenza del fratello dal gioco era talmente inconcepibile che presto si è cominciato a favoleggiare di segreti per evocarlo. Insomma, da qualche parte doveva esserci un easter egg che permettesse di giocare con lui.
E nel gioco alla fine è stata trovata una statua con una scritta (qui non leggibile) che alcuni hanno interpretato come un indizio della presenza di Luigi. Da una certa angolazione sembra di leggere L is Real 2401, mentre da un’altra si legge Eternal Star. Visto che sopra l’iscrizione c’è una stella, la spiegazione più semplice è che L is Real 2401 sia dovuta a una forma di pareidolia, più che a un easter egg. Ma la convinzione era così forte, e giravano così tante leggende in merito, che Ign – Imagine Games Network mise una taglia di 100 dollari: un premio per chiunque avesse trovato Luigi nel gioco. Non è stato mai trovato, e Luigi comparve solo nel remake, Super Mario 64 Ds, uscito nel 2004.
Il colpo di scena è di questa estate. Il codice sorgente del gioco originale è stato rilasciato online e spulciandolo è saltato fuori Luigi. Perché allora nel gioco non c’era? A questo in realtà aveva già risposto Miyamoto nel 1996 in un’intervista presente nelle guide strategiche in giapponese: Luigi era stato rimosso per problemi di memoria.
Super Mario nel paese delle meraviglie
Esiste una teoria secondo cui Mario in realtà sta vivendo un trip lisergico. A che cosa servono altrimenti i funghi magici che gli donano diversi poteri? Il loro aspetto ricorda l’Amanita muscaria, che contiene effettivamente composti allucinogeni. Divertente interpretazione, ma che lascia il tempo che trova. Da dove viene però il Regno dei funghi ideato per il gioco? C’è un po’ di confusione in merito.
Inizialmente si pensava che l’ispirazione venisse da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, dove Alice trova un fungo che la può far crescere o rimpicciolire. L’effetto è simile a quello dei super funghi del gioco. Miyamoto apparentemente aveva confermato questa teoria, citando in un’intervista Alice nel paese delle meraviglie tra le fonti di ispirazione. Ma nel 2009, rispondendo alle domande del collega Satoru Iwata, disse che probabilmente si trattava di un’incomprensione. Alice non ha ispirato il mondo di Mario e i suoi funghi, quello che lui voleva dire è che i funghi sono caratteristici dei regni incantanti e quello di Alice era solo un esempio. Per questo decise che doveva essere un fungo a far diventare Mario super.
Creepy Mario
Infine ci sono i creepypasta, leggende dell’orrore inventate deliberatamente con protagonista il nostro beniamino. Una parte del fascino di queste storie è che i giochi della serie non fanno leva su contenuti horror: è solo un idraulico dalle fattezze stereotipate che saltella, che paura potrà fare?
Abbiamo allora le classiche storie di una cartuccia “maledetta” (in genere Super Mario 64), dove il giocatore nota cose sempre più inquietanti man mano che procede. Oppure c’è una storia alternativa di Super Mario 128, nome di alcuni progetti della Nintendo per Gamecube che non si sono mai concretizzati. Nel creepypasta il narratore svela di aver giocato al prototipo, e racconta che la Nintendo aveva cercato di tenere testa alla concorrenza dando al gioco toni più dark. Ma aveva esagerato: Mario viene addirittura decapitato e trova una lapide con la scritta Innocenza.
Il bello è che partendo da queste storie alcuni smanettoni hanno creato versioni non ufficiali di Super Mario che permettono di rivivere (in parte) i brividi della lettura. Dopo 35 anni il divertimento continua.
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