Quando crollò il campanile di San Marco
Correva l’anno 1902 e San Marco e Venezia non erano poi assai
diverse da come le conosciamo oggi. La Basilica e
il campanile erano in
piedi, simili a oggi, ormai dal XII secolo,
anche se con molti rimaneggiamenti e ristrutturazioni dovuti a calamità
naturali (fulmini) e dolose, come gli incendi.
Il Campanile, in particolar modo, era in un equilibrio assai precario, e sino
al 1776, anno in cui venne dotato di un parafulmine, era esso stesso il
principale traente delle scariche elettriche che, nei secoli, ne avevano
danneggiato la struttura decine di volte.
Sotto,
un disegno di Giovanni Antonio Canal detto il
Canaletto con le riparazioni al campanile in seguito al
fulmine del 1745:
Nel 1902, già a partire dal periodo primaverile, il campanile iniziò a dare i
primi preoccupanti segni di cedimento, segnali che si protrassero sempre più
preoccupanti sino alla sera del 13 Luglio quando, su ordine del prefetto,
la piazza fu sgombrata poco tempo prima di un concerto del 18° Reggimento
Fanteria. La mattina del 14 Luglio alle 9.47 o
alle 9.52 (le
fonti sono discordanti) il campanile crollò interamente, diventando un cumulo
di macerie al centro della piazza.
Un
fotomontaggio dell’epoca del crollo.
Alcuni tecnici e molti spettatori riuscirono ad allontanarsi
prima che le tonnellate di mattoni si riversassero sulla piazza, e l’unico a
morire (secondo i giornali dell’epoca) fu il gatto del custode. Questa
circostanza non fu confermata, e potrebbe esser stata un’invenzione
giornalistica per far comprendere meglio quanto era accaduto.
Sotto, la pietra del Bando come appare oggi. Fu collocata nell’attuale
posizione nel 1246. Su di essa il Comandador promulgava
le leggi della Serenissima.
I giornali dell’epoca gridarono al miracolo:
“Prodigiosa apparve l’incolumità
della Basilica“, la “Gazzetta di Venezia” parlò di una “forza
divina“, “Il Gazzettino” di “un vero
miracolo“. Un grosso blocco di marmo aveva infatti colpito la
pietra cilindrica, sradicandola dal suolo, evitando però che le colonne retrostanti
che sostengono la facciata della Basilica venissero colpite. Fonte: Il
campanile di San Marco, il crollo e la ricostruzione. 14 luglio
1902 – 25 aprile 1912″, Venezia, 1982, pag. 43.
Sotto,
la piazza col campanile distrutto:
La Basilica era salva, ma il Campanile interamente da ricostruire. Filippo
Grimani, sindaco della città, il 25 Aprile del 1903, in
occasione della posa della prima pietra, pronunciò più volte la famosa frase:
Com’era, dov’era
Che divenne anche il motto per un’emissione filatelica stampata
nel 1913, anno del
completamento dei lavori. Il campanile assunse la forma che tutti noi oggi
conosciamo, nella sostanza uguale all’originale del XII secolo, ma
certamente più stabile e meno provato dagli acciacchi dei secoli.
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